Etiopia: dopo la siccità, 14mila persone si risollevano dalla povertà estrema con il progetto in Afar

foto di Simone Migliaro

È terminato il progetto nello stato etiope dell’Afar: 14mila persone gravemente colpite dalla siccità hanno migliorato le condizioni di vita grazie agli interventi idrici e nel settore agropastorale, che LVIA ha realizzato con le comunità locali, in partenariato con l’ONG COOPI e l’Afar Regional State e con il contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

La regione Afar in Etiopia è stata colpita da una terribile siccità che ha investito gran parte del Corno d’Africa. Per le popolazioni locali che vivono soprattutto di pastoralismo e a stretto contatto con le risorse naturali, questo evento climatico estremo ha avuto degli impatti durissimi: mancanza di acqua, drastica diminuzione dei pascoli e morte del bestiame sono state le conseguenze dirette. La pioggia è stata scarsissima per quattro anni consecutivi e nel 2019 è tornata, ma in modo violento sotto forma di inondazioni.

Dopo il periodo siccitoso più duro, la situazione per la popolazione resta tragica: la crisi climatica porta con sé gli strascichi della povertà, della malnutrizione e la diffusione delle malattie legate al consumo di acqua non potabile. LVIA è intervenuta nell’area con una serie di progetti.

Grazie al progetto promosso da LVIA “Approccio integrato per il rafforzamento della resilienza delle popolazioni colpite da siccità nelle zone 1, 2 e 5 della Regione Afar” finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e terminato a luglio 2020:

  • con il supporto del partner tecnico CDF sono stati realizzati 2 schemi a pompaggio solare nei villaggi di Busidima (ditretto di Ada’ar) e Kadabura (distretto di Dewe), dove altrettanti pozzi profondi forniscono acqua a circa 12.000 persone;
  • è stato inoltre installato 1 trasformatore presso il pozzo profondo di Namalifen, che era danneggiato, permettendo la fornitura d’acqua ai circa 2.000 abitanti della cittadina, capoluogo del distretto di Telalak;
  • con lo scoppio della pandemia mondiale da Covid-19, si è scelto di supportare le istituzioni locali nella prevenzione e risposta all’epidemia. In particolare attraverso l’acquisto di materiale igienico-sanitario (alcohol, detergente antibatterico, igienizzate per le mani, contenitori in plastica per l’acqua, saponi, mascherine e guanti) per centri di salute, aree di affollamento cittadino e luoghi di aggregazione pubblica, nonché campagne di sensibilizzazione;
  • presso 5 villaggi nei distretti di Ada’ar, Dewe e Telalak, sono stati riabilitati dei sistemi irrigui che supportano nella coltivazione dei piccoli appezzamenti. Inoltre 60 contadini sono stati formati in tecniche di produzione agricola e nel corso della formazione sono stati distribuiti ai partecipanti dei kit di attrezzi
  •  sono stati distribuiti dei semi per permettere la ripartenza della stagione agricola per un totale di un 1 quintale di semi per orticoltura (cipolla, pomodoro, peperone, cavolo, anguria) e 44 quintali di semi di cereali (mais, sorgo) e fagioli
  • per il bestiame, sono stati distribuiti 30 Kg di semi e 3000 piantine di elephant grass distribuiti ai futuri produttori di foraggio (circa 100). Le stesse sementi sono state utilizzate per i vivai, insieme a semi da albero e albero da frutto (papaya, arancia, mango, palma da dattero e guava
  • sono state organizzate delle formazioni per 40 apicoltori dell’area, con distribuzione di attrezzature per la produzione di miele (alveari per 40 beneficiari)
  • infine, sono stati realizzati dei siti per lo smaltimento di rifiuti solidi presso due centri di salute di Dewe e Telalak