La piana che riparte

28 Gennaio 2021, 19:05

Nella Piana di Ninive, una delle zone colpite più fortemente da Daesh in Iraq, si torna lentamente alla normalità. Per alcuni mesi i nostri centri hanno bloccato le attività, continuando online laddove possibile. Con i contagi relativamente stabili alcune attività riprendono, ne cominciano di nuove e c’è anche una sorpresa.

Quando succede – ovunque operiamo – è sempre una gioia.
Se però accade in un piccolo villaggio tra Erbil e Mosul, in un territorio a lungo occupato da Daesh, allora è una vera e propria festa. Stiamo parlando della recente inaugurazione della nostra nuova “Officina di Pace” a Tobzawa, in Iraq. Un vero e proprio Centro giovanile dove i\le giovani del luogo possano esprimersi, fare sport e attività ricreative, seguire corsi professionalizzanti. Alcune personalità locali hanno partecipato all’inaugurazione del centro.
Ci sono stati interventi, canti, performance e anche uno spettacolo di karate. Tantissimi volontari\e locali ci hanno aiutato a realizzare il tutto.
Speriamo di riuscire ad aprire sempre nuove “Officine”, ovunque ce ne sia bisogno, portando un po’ di serenità e di pace dove sembrava fosse impossibile.

La Piana di Ninive per noi è un’area molto sensibile. Qui, negli anni, abbiamo ricostruito e riattrezzato scuole e Centri giovanili dopo i 3 lunghi anni di occupazione da parte di Daesh. Che, quando non ha devastato ogni cosa, ha soffiato sui conflitti intercomunitari e interetnici scavando baratri di odio e risentimento tra le persone, distruggendo il tessuto sociale.
Nelle nostre “Officine di Pace” sono benvenute persone sunnite, ezide, sciite, cristiane, di ogni comunità.
Lavorano e fanno attività insieme, fianco a fianco, nonostante tutto.

E’ stato così per molto tempo. Poi è arrivato il Covid e ha allontanato i corpi, li ha isolati, atomizzando quel barlume di normalità che timidamente era tornato nella vita di alcune persone. Ma se da un punto di vista clinico questa pandemia colpisce con maggiore durezza le persone anziane, sembra ormai chiaro che psicologicamente le persone più danneggiate dalla situazione siano proprio bambini\e e adolescenti: costretti\e in isolamento, in molti casi non possono andare a scuola, né svolgere attività sportive, culturali, ricreative.


Questo non solo in Iraq o in Siria, ovunque. Certo che la pandemia non colpisce però allo stesso modo dappertutto. Crescere a Mosul, in un’ex roccaforte Daesh dilaniata dalla guerra, dalle violenze e dal terrore, non equivale a crescere a New York o a Berlino. E’ per questo che siamo particolarmente felici delle tante attività giovanili che stanno ripartendo. Abbiamo organizzato tanti nuovi corsi e attività sportive e culturali nei nostri Centri, rispettando naturalmente tutte le regole di prevenzione anti-contagio. Pallavolo, biliardino, skatebord, corsi di artigianato e lavoro a maglia, visite culturali per riscoprire il proprio patrimonio dimenticato. Come ad esempio la visita al santuario sciita dell’Imam Reza, in cui il leader religioso ha accolto il gruppo di ragazzi\e spiegando loro i fondamenti del peacebuilding presenti nella religione e l’importanza del rispetto e del dialogo inter-religioso. I\le giovani hanno fatto un tour nel sito con particolare attenzione agli ingenti danni lasciati dalla guerra. Un’altra visita culturale è stata organizzata al santuario di Nimrud.

Altre interessanti novità sono spuntate tra i corsi professionalizzanti da poco introdotti, in collaborazione con la Northern Technical University di Mosul: sono infatti stati attivati il corso di fotografia, di hair stylist, di sartoria e di riparazione degli smartphone.

Tutto un altro settore in cui le cose stanno lentamente ripartendo è quello del supporto scolastico agli studenti e alle studentesse. Tutoraggi di matematica, inglese, e materie scientifiche stanno sostenendo i\le ragazzi\e della Piana, che dopo mesi di didattica a distanza hanno difficoltà o sono rimasti indietro…
Nei nostri Centri proviamo a dargli gli strumenti per tornare quanto prima in carreggiata. 
Una piccola biblioteca sta nascendo, nonostante sia ancora modesta e con pochi volumi, progettiamo di incrementarla giorno dopo giorno. Con calma e senza fretta ma con tutto l’amore e il coraggio che questa terra martoriata merita.
Ci sarà un giorno in cui la pandemia finirà. In cui mascherine, gel per le mani e distanziamento fisico saranno un ricordo lontano. Resteranno – purtroppo – tutte quelle odiose disuguaglianze tra popoli. Noi proviamo a colmarle, giorno dopo giorno, sul campo. Insieme. Ricominciando nella Piana di Ninive.

Un intervento reso possibile dal sostegno di Malteser International.