Scrive una paziente agli operatori dell'IRCCS "S. Maria Nascente" di Milano: «Al primo piano qualcuno mi ha vista e mi ha guardata. Non erano il mio ginocchio, la mia caviglia… Ero io, con il mio dolore. E lì, nel momento in cui ho sentito fare il mio nome è iniziata la terapia. La terapia dello sguardo accogliente, dell’ascolto, della comunicazione, dell’incontro. Ci saranno onde sonore, onde luminose, campi magnetici che vanno a tempo, ma c’è anche il tempo prezioso della parola offerta e raccolta. Oggi esco ancora un po' zoppicante, ma non dimenticherò che in qualche spazio di Milano c’è anche chi lavora con competenza e senso di responsabilità coniugati con il senso di umanità». (LEGGI) |