«Un malato è come una persona imprigionata: ha bisogno dell’amicizia, come dell’aria. L’incontro con una persona amica è come una porta che si apre su un sentiero promettente: il malato non può forse andare molto lontano, ma sa che c’è un sentiero. Un giorno forse potrà correre in libertà... C’è qualche cosa come un sorriso di Madre che rasserena, c’è qualche cosa come un colore di cielo che induce anche il prigioniero dell’angusta cella a qualche cosa che assomiglia alla speranza». Sono parole dell'arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, che questa mattina ha scelto il santuario del beato don Carlo Gnocchi per la celebrazione della Liturgia della Parola con i cappellani ospedalieri, ministri straordinari della Comunione Eucaristica, personale sanitario e volontari impegnati nei luoghi di cura della Fondazione Don Gnocchi e di altre strutture socioassistenziali e sanitarie ambrosiane, in occasione della tradizionale Giornata mondiale del malato. |